Abbiamo stretto le tue mani fino all’ultimo, massaggiato il tuo corpo martoriato dagli aghi e dai farmaci, siamo stati una squadra compatta, papà, rispondendo, per quanto possibile, nel solo modo che ci hai insegnato naturalmente a fare. Adesso che hai trovato pace, questa lettera di commiato non è facile da scrivere o recitare, perché non potrà mai spiegare quel tutto altissimo che sei stato per noi e per chi ti ha conosciuto.
Anche se sei sempre stato nemico della “retorica stucchevole”, come la chiamavi tu, devi sapere che con Te abbiamo avuto una sfacciata fortuna: quella di avere non solo un padre esemplare e un genitore modello, ma di avere raccolto, per anni, ogni sfumatura della tua grande anima di luce. Hai voluto esagerare nel tuo impegno non solo nei confronti della tua famiglia, ma anche degli altri, dei poveri, degli ultimi della Terra, di quella umanità che ti si presentava ogni volta davanti. E così, abbiamo vissuto insieme alle tue grandi passioni, alle tue vie crucis di impegno e di condivisione totale con gli altri.
La passione per la politica, alta, unica: una testimonianza prima di fede che di politica, un cammino cristiano di impegno civile, un percorso di minoranza esemplare, perché hai sempre perduto le occasioni elettorali che contavano, spesso contro gli amici degli affaristi e dei mafiosi; e ogni volta che perdevi il tuo impegno appariva, pur nella ingiustizia della sconfitta, più limpido, intriso di una coerenza solida come la tua essenza più libera di uomo. E se è vero che le minoranze costruiscono la storia tu hai contribuito ad erigere un pezzo di storia di questa città e di questo Paese. Il resoconto del tuo impegno appassionato e disinteressato, dopo 40 anni di politica attiva, è che noi oggi viviamo del nostro lavoro, con le cose che ci hanno lasciato i nonni e Tu e la mamma con il vostro stipendio.
E siamo orgogliosi di questo, perché non è vero che non può esistere un percorso di onestà e di serietà senza arricchimenti torbidi, senza ville o conti all’estero o posti di lavoro ottenuti illecitamente. Noi, grazie a Te, siamo l’esempio di ciò. Abbiamo respirato i valori tuoi e della mamma, ci portavate ad Assisi con voi, a respirare impegno cristiano, passione sociale e politica per il cambiamento, a condividere soprattutto la lezione degli ultimi.
E per questo ci sentiamo adesso diversamente sensibili, come se ci aveste rinnovato, negli anni, in ogni cellula del nostro corpo. Siamo consapevoli di esserlo diventati grazie a Te ed alla mamma. Il tuo lavoro, le tue passioni civili, la tua sobrietà, i tuoi credo inossidabili, solidi come mura e semplici come il pane, ci hanno scosso e destato da tutti i possibili torpori del giorno, dalla paura o dall’indifferenza del mondo. E se anche il prezzo da pagare è stato quello di ricevere, ogni tanto, delusioni o ingratitudine, noi siamo orgogliosi di essere così come ci hai forgiato: rimarremo sempre colmi delle tue lezioni di altruismo e di apertura al mondo ed agli altri.
Ricordi, papà? Quando Eliana si è laureata con 110 e lode la Provincia di Ragusa, di cui tu eri Presidente, elargiva un premio in denaro a tutti i laureati col massimo dei voti. Ma Tu hai tranquillamente detto ad Eliana che lei era tua figlia e perciò quei soldi non le spettavano, perché chi fa politica deve sempre fare un passo indietro rispetto ai propri interessi o alle parentele: una lezione attualissima ancora, in una città e in un Paese che sembra morire lentamente tra clientelismo, nepotismo e malaffare. E quando io, ragazzino, ti chiedevo qualcosa di superfluo, mi rispondevi ridendo: “accattati u pani” e aggiungevi “e il giornale”, a sottolineare che bisognava essere essenziali ma informati di fronte alle dinamiche complesse del mondo. E poi è venuto il 1993, le bombe di Sarajevo, i bambini uccisi, la strage di Sebrenica. E la tua coscienza di cattolico impegnato ti ha morso forte ogni giorno, fino a quando, senza pensare troppo al carico di lavoro che avrebbe comportato, insieme a Giovanni Consolino e pochi altri, hai fatto arrivare a Vittoria stabilmente una trentina di profughi bosniaci: e così, nel luglio del 1993, abbiamo potuto accogliere il nostro nucleo familiare, una donna e due bimbi, Vlado e Dejan, che ci guardavano spaventati perché sentivano i tuoni delle bombe della festa di San Giovanni, loro abituati a ben altre bombe….
E poi papà la tua fede, incrollabile ma sottoposta al martirio dei dubbi e dell’inquietudine nelle tue poesie, assediata dalle sfide della ragione. Il problema dei bambini innocenti e del male. Le incursioni continue nella tua interiorità più profonda, incursioni di cui ci hai fatto dono prezioso grazie ai tuoi scritti. Il tuo essere radicale e tollerante al tempo stesso. Sei riuscito a spingerti sempre oltre, fino a scrivere un libro dal titolo “a sinistra perché credo”, dove per sinistra intendevi riferirti ad ogni forma di promozione umana possibile e per destra tutto il contrario. Poi è arrivato Papa Francesco quasi a liberare dalla provocazione quel titolo, ricordando che esiste un solo modo di essere buoni cristiani, partendo dal vangelo e ricordando cos’è ancora oggi la povertà nel mondo. E poi papà le poesie, la prosa, il racconto delle nostre tragedie familiari, la zia Pina e il racconto degli 8000 metri di quota….
Ci hai sommerso lievemente delle tue parole più ricercate e di tutte le tue forti passioni, ci hai fatto crescere dentro un percorso unico di affetto, di armonia, di bellezza e per questo non finiremo mai di ringraziarti. Ecco cosa sei stato per noi. Rimane l’amarezza di sapere che Gaia ed Emanuela in particolare, ma anche gli altri tuoi nipoti Giuseppe, Emanuele, Andrea, Gianni e Giuliano, non hanno avuto abbastanza tempo per godere della tua luce nuda, del tuo coraggio, che non potranno assorbire con avidità la meraviglia delle tue carezze e delle tue parole: ma noi comunque sappiamo di avere ricevuto un’eredità ricchissima, che nessuna somma di denaro potrà mai eguagliare, l’eredità della tua incredibile storia, del tuo esempio altissimo, un’eredità da somministrare, se mai ci riusciremo, ai nostri figli e ai nostri nipoti..
Un bacio Papà. Un bacio Emanuele, Dio è con Te.